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Seguici al Düsseldorf Boot Show

Il Düsseldorf Boot Show è stato inaugurato il 21 gennaio 2023 e noi vogliamo portavi al suo interno per scoprire tutto ciò che è possibile trovare in questo stupendo ed imponente Salone “della goccia d’acqua”: fra sport, imbarcazioni, curiosità e innovazione.

 

L’inizio del Düsseldorf Boot Show

L’inaugurazione di un evento dovrebbe essere un momento allegro e il Boot di Düsseldorf non si è smentito e alle dieci in punto, dagli altoparlanti, è uscito un vocione made in deutscheland che ha iniziato il count down per l’apertura della prima giornata di Salone. Rispetto agli anni passati, quelli ante Covid per intenderci, quest’anno ho visto ampi spazi vuoti. Infatti più di qualche brand sembra non essersi presentato e, prima o dopo, emergeranno i gossip per l’inaspettata assenza.

Nonostante ciò, forse per non abbattere gli animi, l’allegria non è mancata, grazie a veri e propri concerti, tra i quali, la sobria musicalità di un pianoforte, che ha diffuso arie sussurrate che evocavano il moto delle onde sfiorate dal vento e dalla prua della barca.

Altri espositori hanno preferito scegliere musiche più imponenti, schierando una banda e un coro tutti regolarmente con la divisa marinara.

È probabile che domenica continuerà l’afflusso prevalentemente turistico e quindi gli operatori attendono con ansia l’arrivo dei giorni feriali in cui si affacceranno i bene intenzionati che abitualmente scelgono la quiete di queste giornate per poter esplorare in tutta tranquillità le barche esposte per poi sedersi a ragionare con i diversi dealers.

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Gli sport in fiera

Al Düsseldorf Boot Show, ogni sport ha la sua acqua ed è per questo che il sottotitolo di questo Salone è “Wassersportsmesse” che sciolto e tradotto corrisponderebbe a “la fiera degli sport acquatici“, cioè gli organizzatori ti dicono: caro visitatore solo qui puoi trovare tutto ciò che ti serve per il tuo tempo libero sull’acqua. È una promessa impegnativa che però trova sorprendenti conferme, molto concrete, per garantire che ciò che qui si vende si può immediatamente utilizzare.

Ai bordi di una grande piscina c’è la fila di ragazzini che aspettano il loro turno per salire a bordo di un optimist e, cogliendo la brezza di quattro grossi ventilatori, si cimentano in una immaginaria regata che viene  favorita da un vento che spira sempre al traverso.

Il Boot, inoltre, non trascura coloro che forse si cimenteranno in qualche sport lungo i  fiumi o i numerosi canali navigabili.

Ecco quindi la ricostruzione di un paesaggio affascinante, un dolce rio tra le montagne, nella cui scenografia trompe-l’oeil, grandi e piccini, possono testare le canoe perfettamente adatte a queste navigazioni. Badate bene che ci troviamo sempre all’interno degli hangar della fiera di Düsseldorf, riscaldati e al riparo dal clima esterno particolarmente rigido e con qualche leggero fiocco di neve ogni tanto.

Ma, se per illudere i canoisti sono stati sufficienti pochi centimetri d’acqua, questi non sarebbero sufficienti a chi è venuto a Düsseldorf per rinnovare l’equipaggiamento da sub.

Se vuoi spendere qualche centinaio di euro per rinnovare il “gav”, cioè il Gilet autogonfiabile che consente di mantenere la stabilità alla profondità stabilita, non vorresti poterlo provare?

Ed ecco che il Düsseldorf Boot Show ha pensato anche a questo: una piscina di alcuni metri di profondità in cui ti puoi immergere, perfino in compagnia del venditore dell’attrezzatura, che ti dimostrerà che hai scelto l’oggetto giusto per le tue prossime immersioni.

Nello stesso hangar della fiera, quest’anno, c’è un’altra piscina che presenta una grossa novità per il nuoto pinnato.

Per chi aspira ad immedesimarsi in un abitante degli abissi c’è la possibilità di provare – non saprei come chiamarla – diciamo una “mono-pinnatura” che s’indossa come fosse un calzone con una gamba sola, dai piedi al giro vita. Questo “ abbigliamento” trasforma i maschi in “tritoni” e le femmine in affascinanti “sirene”. Non ho udito alcun canto ma mi ha attratto il brusio dei numerosi spettatori, tutti accalcati davanti agli oblò della vasca, ad ammirare le evoluzioni delle agili fanciulle che si sono prestate a testare questa sorprendente attrezzatura.

Se un giorno qualche cantiere decidesse di esporre un piccolo sottomarino, non immagino che cosa inventerebbe il Boot Show di Düsseldorf per acquisire questo nuovo cliente.

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Fra manualità e tradizione al “Forum Classic” del Düsseldorf Boot Show

Un angolo, abbastanza ampio, del Düsseldorf Boot Show è dedicato all’elemento naturale, madre di tutti i natanti: le essenze nobili del legno; accanto a questa materia che tutti considerano viva, si accoppia la manualità specialistica di chi è capace di modellarlo e farlo brillare.

Questo reparto della Fiera prende il nome di “Forum Classic” e in esso sono adagiate le imbarcazioni, soprattutto d’epoca, completamente finite e rifinite oppure ancora in corso d’opera. Per questo motivo non può mancare il banco da falegname in cui si ricavano gli elementi che servono per completare le barche in costruzione.

Questa attività, che nel nostro Paese è affidata al maestro d’ascia e allo stipettiere, è un lavoro molto raffinato che richiede notevole capacità tecnica ed è per questo che può capitare che qualcuno si arrenda. Infatti ho trovato appeso al boma di uno di questi “legni”, ovviamente incompleto, l’avviso che annunciava l’asta della barca a queste condizioni: “prezzo di partenza 100 euro con offerte entro le ore 11 del 28 gennaio”.

I più capaci costruttori non si limitano però alle imbarcazioni e, se dalle nostre parti diventa spregiativo parlare di vasche da bagno a proposito di barche, qui c’è chi ha dimostrato la propria abilità realizzando un guscio che farebbe un figurone sia in una casa di montagna sia in una di città.

Un’altra chicca esposta al Düsseldorf Boot Show è una antica imbarcazione con il motore a vapore, dove l’enorme caldaia occupa quasi metà barca.

Gli appassionati di modellismo, che anch’essi modellano il legno, qui trovano gli specialisti che forniscono tutti gli elementi per completare il modellino, comprese le vele, tagliate e cucite in presenza dell’acquirente all’interno della fiera, da una “mini veleria”.

Una vecchia conoscenza per gli assidui frequentatori del salone di Düsseldorf, che tutti passando fotografano, è l’intagliatore di piccole e medie “polene” che alcuni acquistano come soprammobile.

Avviare i giovanissimi alla manualità e soprattutto alla creatività è un compito meritorio, ed ecco un grande tavolo circondato da tanti ragazzini che, provvisti di carta, penne, pennarelli, cimette, colla e bastoncini, danno sfogo alle invenzioni più fantasiose, assistiti da due o tre adulti che li incoraggiano a esprimere il loro estro.

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“Apres Boat Show” e le tappe obbligatorie a Düsseldorf

Come c’è l’apres-ski, così esiste anche l’apres-boatshow con dei precisi riferimenti a Düsseldorf, come pure a La Grande Motte, a Cannes e a Genova nel tour obbligatorio dei saloni nautici.

Che cosa facciano i visitatori del Boot se soggiornano a Düsseldorf non lo so. Sono però certo che gli operatori che frequentano questo salone nautico, dopo aver presidiato il proprio stand per nove o dieci ore al giorno, non possano saltare alcune tappe ormai istituzionali nell’Altstadt e dintorni.

La tappa obbligatoria, per chiunque si spinga in Renania Settettentrionale-Vestfalia, è quella di recarsi in Oststrasse 123 per cercare di accaparrarsi una posto a tavola nella Brewery Schumacher, l’antico birrificio, sorto nel 1838, in cui ordini solo da mangiare, poiché alla birra ci pensano loro. Infatti, mentre ti godi il loro classico stinco di maiale, nemmeno ti accorgi che il bicchiere, che hai appena vuotato, è già stato velocemente sostituito da un instancabile cameriere che gira fra i tavoli, sostituisce i bicchieri e segna quanti te ne sei già scolati.

I bicchieri sono effettivamente piccoli e ti illudi di bere meno se non ti accorgi quante volte ti è stato sostituito. Un vero must.

Nel cuore dell’ Altstadt, cioè della città vecchia, dove ci sono numerosi ristoranti di tutti i tipi ( un ottimo tailandese, un buon libanese e uno, simile a una pescheria, il cui menù è solo pesce, sono i miei preferiti) quando si esce, finita la cena, non si va subito a prendere l’automobile, il taxi o la metropolitana, ma ci si allunga fino in fondo alla strada dove c’è l’altra tappa obbligatoria: il Kabuffke Killepitsch Stube, cioè un locale di pochissimi metri quadrati, dove, attraverso un pertugio nella vetrata colorata, avviene la consegna di piccoli bicchierini agli avventori che sotto il portico combattono il freddo con questo amaro di Düsseldorf: Il Killepitsch.

Quest’ultimo è un liquore alle erbe che nel 2002 ha ottenuto a Chicago, nella propria categoria, il riconoscimento di Best Spirit”.

La storia di questo liquore risale alla seconda guerra mondiale, quando il suo inventore, bevendo con i suoi amici in un rifugio anti-bomba durante i raid aerei su Düsseldorf, giurò che se fosse sopravvissuto alla guerra, avrebbe ideato e creato una bevanda alcolica che avrebbe portato il nome di “rifugio”. Così fece e, utilizzando alcool, zucchero, erbe e radici, creò una bevanda agrodolce che iniziò a vendere nel 1955 nel locale Et Kabüffke, nel centro storico della città in Flinger Straße 1.

Se siete stati così pazzi da venire dall’Italia in macchina sciroppandovi oltre mille chilometri, vuol dire che siete degli appassionati di autovetture. Approfittate dunque e inserite nel gps Harffstrasse 110 e dopo 5 o 6 km dal centro di Düsseldorf andate a mangiare italiano al Mezzo Mar: una cucina onesta incastonata  in una location inaspettata. Dentro un immenso capannone un eccentrico ricco russo (così ci hanno detto) ha raccolto qualche centinaio di automobili di tutti i tipi, dalla Ferrari alla Giulietta dei Carabinieri, dalla Rolls Royce all’automobile da corsa e tantissime altre che ci vorrebbero cinque fogli per elencarle e descriverle tutte.

In fondo all’hangar c’è il ristorante pizzeria di due intraprendenti siciliani e per accedere al loro locate siete costretti a transitare attraverso questo immenso e pittoresco autoparco.

Se avrete occasione di andarci soffermatevi anche a leggere con attenzione i prezzi delle autovetture e resterete sorpresi se un’auto d’epoca, per quanto bella sia, costi ben 998.000 euro.

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L’ospitalità al Düsseldorf Boot Show: un vezzo dal sapore italiano

Buongiorno, posso offrirle un caffè?” inizia spesso così l’approccio con il visitatore che si presenta a visitare una barca o a chiedere delle informazioni su qualche modello del cantiere. Ed ecco che negli stand ci si attrezza e, chi più e chi meno, ci si organizza con un angolo-bar. C’è il cantiere che, compatibilmente con lo spazio, dedica a questo ristoro appena una mensola e chi invece organizza una piazzetta con tanto di tavolini e sedie per accogliere gli ospiti, auspicabili acquirenti, in una zona relax perfetta per “discutere di affari”.

Girando tra gli stand ho scoperto un cantiere che, per arrotondare o forse per abbattere le spese, ha attrezzato uno shop e fa del merchandising con il proprio logo. Tutto fa brodo, soprattutto quando i visitatori languono e i metri quadri della fiera costano un botto.

Ritorniamo al “caffè“, che quasi tutti gli espositori accompagnano con altre bibite e qualche pasticcino, per descrivere il rito dell’ospitalità durante la fiera.

La mitica tazzina di caffè, che in Italia viene celebrata da aneddoti e da canzoni, è purtroppo precipitata nella globalizzazione delle macchinette che, più o meno identiche, imitano la cremina a cui siamo abituati nel Bel Paese.

Tuttavia versarlo e offrirlo è diventato un must per quasi tutti gli operatori presenti al Düsseldorf Boot Show e perciò hanno attrezzato il loro piccolo bar dentro lo stand. Prima che si aprissero le porte ai visitatori abbiamo colto al volo delle foto per campionare il ventaglio di soluzioni scelte dagli arredatori: banchi semplici quasi minimali oppure scaffalature arredate meticolosamente con luci e soprammobili.

Comunque sia questo rito, giunto anche ai Saloni, ha origine in Abissinia, attuale Etiopia, nella città di Mokka nella Penisola Araba che fu il primo centro commerciale di questa preziosa bacca. Orgogliosamente sottolineo, però, che furono i mercanti veneziani nel 1600 a diffonderlo in Europa e ad aprire, nel 1650, la prima “Bottega del Caffè”, a Venezia .

E al Düsseldorf Boot Show che caffè si beve? Beh, a più di mille chilometri da Venezia sinceramente la bevanda nei bicchierini di cartone che esce dalle macchinette è molto diversa da quella che servono al Caffè Florian in Piazza San Marco oppure a Trieste in una delle numerosissime torrefazioni della città. Però come “strumento di lavoro” funziona anche al Düsseldorf Boot Show!

A presto e Buon Vento.

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