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Salone Nautico di Genova istruzioni per l’uso

Quest’anno sarà un salone speciale, forse il migliore, nonostante tutto e anche nonostante tutti i detrattori pessimisti che portano la cintura e le bretelle contemporaneamente perché gufano su ogni cosa. Il “Nautico“, così lo chiamano familiarmente i genovesi, sarà ottimo se i “nautici“, cioè i visitatori doc sapranno gestire le loro visite e i loro interessi.Ci sarà meno gente? Questo va molto bene per gli operatori! Se poi la biglietteria piangerà i venditori invece sorrideranno, perché non avranno alcun intralcio dei turisti per caso ai quali dover raccomandare: togliti le scarpe, lascia lo zainetto fuori che mi righi i mobili, riprendi il bimbo che vuole scalare il letto, le bibite e i gelati non entrano in barca, eccetera, eccetera, eccetera. Quindi chi è stato così previdente di fissare l’appuntamento per il giorno e l’ora precisa, grazie al Covid (scusate questa iperbole di spregiudicatezza a cui siamo arrivati!) salirà a bordo, sempre regolarmente mascherato, assieme al venditore che lo accompagnerà ed eventualmente potrà esserci il parente o il congiunto da stabile affetto, senza ritrovare attorno a se più di qualcuno che ti spinge o che origlia le tue perplessità fino a sorridere, sotto i baffi, se azzardi uno strafalcione tecnico.

Un salone Nautico da ricordare

Questo sarà dunque il 60° Salone Nautico di Genova, che verrà ricordato per le visite super personalizzate e, sempre quello stesso visitatore che è stato attento e previdente, avrà potuto mettere in agenda altri appuntamenti per pianificare il ragionevole confronto tra la sua prima scelta e le altre interessanti proposte del mercato. A questo proposito cito nuovamente i gufi, ma di una ristretta schiera che sono presenti fra gli operatori, i quali, scommettendo contro il mitico Salone Nautico Internazionale di Genova, hanno già ben organizzato il loro boat show privato. E’ una iniziativa che ci può stare, poiché era quasi una consuetudine, in tempi non sospetti di Covid free, che a chiusura della rassegna genovese ci fosse una full immersion per quei clienti prossimi a sottoscrivere l’ordine d’acquisto. Però, e questa volta c’è un grande però: l’iniziativa di un porte aperte stride sia contro la ferma volontà degli organizzatori del Salone Nautico sia con la deontologia competitiva verso gli altri espositori.
Ora mi spiego meglio.

Porte aperte a casa propria

Se un cantiere organizza un “porte aperte“, ed è nei suoi diritti e nessuno glielo può impedire, e lo pianifica prima del 1 ottobre inondando d’inviti mezza Italia e svuotando il proprio file di clienti e di possibili acquirenti, pubblicamente lancia un messaggio molto forte che equivale a scommettere sull’annullamento del Nautico e implicitamente scoraggia ad andare successivamente “anche“ a Genova. Dulcis in fundo, anticipando in questo modo le proprie offerte rispetto all’esposizione collettiva, chi lo pratica spera anche di sottrarre la propria preda al confronto con gli altri competitors. Lo so che a pensar male si fa peccato, ma talvolta ci si azzecca! Il Salone Nautico Internazionale di Genova è l’evento più importante del diporto nautico italiano, di risonanza europea e, per quest’ultima occasione di ripresa del business, si dovrebbe stringere i denti dietro la mascherina, seguire le regole dell’anti pandemia e sostenere l’ultimissima occasione europea che è rimasta per recuperare parte dei danni subiti.

Buon vento? Si ma anche buon Salone.

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