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Le carte nautiche

Le carte nautiche sono le migliori compagne di viaggio che chi va per mare possa desiderare. E sono così importanti per la navigazione da essere obbligatoriamente presenti in ogni imbarcazione che intenda allontanarsi dalla costa per più di 12 miglia. Risultato di secoli di sviluppo topografico, sono carte geografiche che raffigurano la conformazione dei litorali e dei fondali marini, indicando, tra le tante cose, la profondità dell’acqua, i punti in cui ci possono essere dei pericoli per i naviganti e l’ancoraggio. Contengono inoltre moltissime altre informazioni preziose per il navigante, tra cui la presenza di scogli e la posizione di fari e boe.

La cartografia marina dal Medioevo al Settecento

Prima di affrontare ciò che ci riguarda più da vicino, ossia la classificazione delle diverse carte nautiche moderne e la loro funzione, val la pena di fare un rapido ripasso delle loro origini.
Partendo dall’antichità. Vista la fondamentale utilità di questi strumenti, gli studiosi si sono interrogati sull’assenza di carte nautiche risalenti a prima del 1200.
Ha senso pensare che popoli conquistatori e navigatori come Fenici, Greci e i Romani sfruttassero supporti cartacei per navigare in tutta sicurezza. Se questi non sono arrivati fino a noi è forse perché i navigatori di quelle epoche, pur elaborando carte nautiche in navigazione, non le ritenevano degne di essere conservate.
Di cartografia nautica propriamente detta si inizia dunque a parlare solo nel tardo Medioevo, in Italia, grazie alla posizione strategica che il nostro paese occupava nel Mediterraneo.
La carta nautica più antica è la Carta pisana, rinvenuta a Pisa e oggi conservata presso la Biblioteca Nazionale di Parigi. Disegnata con estrema precisione, comprende il Mar Mediterraneo e il Mar Nero, anticipando su pergamena una delle caratteristiche odierne delle carte nautiche, ossia il disegno di una scala delle distanze.
L’epoca delle Repubbliche marinare darà un comprensibile forte impulso alla cartografia nautica facendo arrivare fino a noi circa 180 carte nautiche risalenti al XIII e XIV secolo, prevalentemente italiane e delle scuole di Genova, Venezia e Ancona.
Dal XVI secolo si registra una importante produzione di carte nautiche anche a Napoli e a Messina, città particolarmente prolifica fino al XVII secolo grazie al contributo di cartografi ebrei e marochini.
Nel XVII secolo si aggiungono i cartografi provenienti dai Paesi Bassi, sull’onda di una situazione sociale e politica vantaggiosa, relativa in particolare all’attività della Compagnia Olandese delle Indie Orientali. Verso la metà del XVIII secolo si arriverà alla redazione di carte nautiche di quasi tutto il globo terrestre.

Le carte nautiche moderne, cartacee ed elettroniche

Dopo questo veloce ma doveroso excursus storico possiamo affrontare il tema delle carte nautiche moderne. Scoprendo che la cartografia nautica moderna ha origini relativamente recenti, risalenti agli anni Sessanta del Novecento, con carte nautiche prodotte non solo dagli Istituti Idrografici, ma anche da editori privati.
Tra questi, la prima casa editrice italiana a occuparsi delle esigenze del turismo nautico fu la Nauticard, che nel 1975 iniziò a stampare delle schede che contenevano le rotte e le distanze già tracciate e calcolate per ciascuna navigazione. Tali schede, per quanto molto diffuse, avevano il difetto di non essere aggiornate e di non potersi quindi sostituire alla cartografia ufficiale. Nel 2011 una serie totalmente nuova di carte nautiche abolirà il problema dell’aggiornamento, rinnovandosi il primo gennaio di ogni anno.
Con lo sviluppo dei mezzi elettronici e informatici si è diffusa anche la cartografia nautica elettronica, comunque derivata dalla cartografia ufficiale, con l’Istituto Idrografico della Marina che dal 2006 ha cominciato a produrre carte nautiche per il diporto. Derivante direttamente dalla cartografia elettronica, questo tipo di produzione garantisce una cartografia aggiornata in tempo reale alla pubblicazione di ogni nuova edizione. Dalla stampa particolarmente agevole, sono carte che rappresentano la zona di competenza impressa su entrambe le facce del foglio.
Oggi le carte nautiche digitali sono disponibili e stampabili gratuitamente grazie ad appositi software così come attraverso app nautiche compatibili con i diversi sistemi operativi degli smartphone. Si tratta di mappe di alta qualità con informazioni sulla navigazione e sul traffico che soddisfano tutte le esigenze di chi naviga con aggiornamenti su base continua che consentono ad esempio ai diportisti di conoscere in tempo reale le posizioni di navi e yacht.
Dal canto loro, gli istituti idrografici di tutto il mondo hanno definito uno standard di cartografia elettronica, chiamato ECDIS (Electronic Chart Display and Information System).

La classificazione delle carte nautiche

Guardando più da vicino alle carte nautiche vedremo che queste si differenziano sulla base del metodo proiettivo, che può essere gnomonico o di Mercatore, e per la scala di riduzione.
Le carte in proiezione gnomonica rettificano la rotta ortodromica, ossia il percorso più breve che unisce due punti della sfera terrestre, e sono per questo impiegate quasi esclusivamente nelle navigazioni oceaniche. Le carte di Mercatore, invece, seguono la rappresentazione messa a punto da Gerardo Mercatore (italianizzazione di Gerhard Kremer) nel 1569 e da allora abbracciata come il più semplice e immediato sistema per rappresentare la superficie terrestre, con l’equatore e i paralleli rappresentati da rette tutte parallele orizzontali, perpendicolari ai meridiani. Sono le carte comunemente più usate per le navigazioni a corto e medio raggio.

Passando alla scala di riduzione, questa consente la seguente suddivisione:
Carte Oceaniche: con una scala superiore a 1:3.000.000
Carte generali: con una scala compresa tra 1:3.000.000 e 1: 500.000
Carte costiere: con una scala tra 1: 500.000 e 1: 50.000
Carte dei litorali: con una scala 1: 50.000

Piani nautici

Avendo una scala piccolissima, le carte nautiche oceaniche hanno necessariamente pochissimi dettagli. Le carte nautiche generali hanno a loro volta una scala molto piccola che consente loro di rappresentare una superficie di grandi estensioni e le rende utili a tracciare itinerari a lungo raggio. Non contenendo perè dettagli sul litorale, non possono essere usate per la navigazione costiera.
Per navigare lungo la costa si può ricorrere invece alle carte nautiche costiere. Molto dettagliate, contengono informazioni utili a muoversi con un certo grado di sicurezza grazie alla indicazione dei segnalamenti marittimi e dei possibili pericoli presenti. Per la loro ricchezza di dettagli sul litorale di arrivo queste carte sono definite anche carte di atterraggio finale.
Per una rappresentazione ancora più dettagliata della costa, comprensiva dell’indicazione degli stretti e delle zone dei porti maggiori, si fa riferimento alle carte nautiche dei litorali, dalla scala maggiore rispetto a quella della carta costiera.
I piani nautici sono infine carte che utilizzano la proiezione gnomonica di grande scala. Ricchi di dettagli sui porti e sugli ancoraggi, non hanno invece informazioni sui porti minori, per i quali si può fare riferimento al portolano, ossia al manuale per la navigazione costiera e portuale, basato sull’esperienza e provvisto di dettagli relativi a una regione delimitata.

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