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L’Amerigo Vespucci festeggia 90 anni

L’Amerigo Vespucci, nave scuola della Marina Militare Italiana, compie 90 anni il 22 febbraio 2021. Non è la più antica, né la più lunga (anche se è la seconda più larga) tra le tall ship. In italiano si chiamerebbero navi d’alto bordo: grandi navi a vela armate in maniera tradizionale con vele quadre, pennoni bompressi e tutti gli alberi che volete metterci, che ancora oggi solcano gli oceani di tutto il mondo. E ancora oggi sono varate: a partire dal 2000 delle cosiddette Classe A, ovvero imbarcazioni con lunghezza fuori tutto, escluso il bompresso, di almeno 40 metri, ne sono state varate 10.

 

La più longeva

Non divaghiamo, però. La Nave Scuola Amerigo Vespucci, come è ufficialmente chiamata, con i suoi 90 anni è di sicuro la più longeva tra le unità che mandano a riva la bandiera costituita dal Tricolore italiano, caricato, al centro della banda bianca, dall’emblema araldico della Marina militare; lo stemma – diviso in quattro parti – riporta gli emblemi delle Repubbliche Marinare (Venezia, Pisa, Genova, Amalfi), ed è sormontato da una corona turrita e “rostrata”. Scusate il rigore formale, ma è la Gazzetta Ufficiale del 29 novembre 1947 che si esprime così.

 

La nascita della Nave Scuola Amerigo Vespucci

Impostata il 12 maggio del 1930, l’Amerigo Vespucci fu costruita e allestita a Castellammare di Stabia (Na) nel Regio Cantiere Navale. Varata poco più di nove mesi dopo, il 22 febbraio, appunto, fu consegnata alla Regia Marina il 26 maggio 1931 ed entrò in servizio come Nave Scuola il successivo 6 giugno. Come direbbe la Settimana Enigmistica, forse non tutti sanno che ad attenderla c’era la Cristoforo Colombo, nave quasi gemella: un po’ più corta, con alcune differenze nell’armo e con già tre anni di attività sulle spalle (e il suo triste destino lo vedremo alla fine del post). 

Entrambe le unità furono progettate da Francesco Rotundi, tenente colonnello del Genio Navale che per definire le forme, si ispirò ai vascelli realizzati a cavallo tra il XVIII e XIX secolo. Il 4 luglio 1931, al comando del capitano di vascello Augusto Radicati di Marmorito, Nave Scuola Amerigo Vespucci partì per la sua prima campagna addestrativa in Nord Europa. Oggi la sua base è a La Spezia.

 

Il motto della nave: Non chi comincia ma quel che persevera

Se scendiamo nei tecnicismi e nelle definizioni, l’Amerigo Vespucci è una Nave a Vela con motore armata a Nave. In altri termini significa che, da prua a poppa, ha tre alberi: di trinchetto, di maestra e di mezzana, tutti con vele quadre e relativi pennoni. A prua spuntano i 19 metri del bompresso che portano la lunghezza fuori tutto a 101 metri.

Oltre alle vele quadre mandate a riva su ogni albero, la Vespucci issa vele di taglio, triangolari. Sempre procedendo da prua verso poppa si distinguono i fiocchi, tra bompresso e trinchetto; gli stralli, fra gli alberi; e la randa, dotata di boma, in acciaio, e picco, in legno, issata sull’albero di mezzana.

 

Lo scafo dell’Amerigo Vespucci

L’Amerigo Vespucci ha tre ponti principali: di coperta, di batteria e di corridoio, ininterrotti da prua a poppa, e vari altri copertini o ponti parziali. Alle estremità sono poste le due sovrastrutture, il castello a prora e il cassero a poppa. Lo scafo è nero con due fasce bianche in corrispondenza dei ponti inferiori che ricordano la disposizione delle linee di cannoni dei vascelli serviti da ispirazione al progettista. Amerigo Vespucci è rappresentato nella polena di prua, realizzata in bronzo dorato. Ricoperti in foglia d’oro zecchino sono gli altri elementi di decorazione caratteristici: i fregi di prua e l’arabesco poppiero.

 

La forza dell’acciaio

La nave scuola a vela della Marina militare italiana non è costruita in legno, ma in lamiere di acciaio il cui spessore varia tra da 12 e 16 millimetri, inchiodate alle costole, che costituiscono lo scheletro dello scafo insieme alla chiglia, l’asse longitudinale alla base della costruzione, e ai bagli, gli elementi trasversali tra le murate e su cui si appoggia la coperta. 

Una costruzione allo stesso tempo flessibile – quanto basta – e perfettamente stagna grazie alla perfetta adesione reciproca delle lamiere del fasciame metallico compresse dalla fitta chiodatura.

Gli alberi e il bompresso, come da tradizione, sono costituiti da tre tronchi: i primi due in lamiera d’acciaio chiodata; il terzo segmento, che negli alberi è detto alberetto, mentre sul bompresso è chiamato asta di controfiocco, è in abete douglas. Stessa logica per i pennoni: i tre inferiori sono in acciaio, i due superiori in legno.

Il legno a bordo comunque non manca. Le essenze cambiano in funzione del lavoro da svolgere: teak per coperta, battagliola e timoneria; mogano, teak e legno santo (Guaiacum sanctum) per le attrezzature di coperta come pazienze, caviglie e bozzelli; il frassino è usato per i carabottini. Negli interni il  rovere è il legno per gli arredi del quadrato e degli alloggi Ufficiali, mentre il mogano e il noce sono usati nella Sala Consiglio.

 

Quant’è grande l’Amerigo Vespucci

La lunghezza dello scafo è di 82 metri, ma, come si è visto, con il bompresso si raggiunge un numero di metri pari ai dalmata della famosa carica (visto che si citava la Settimana enigmistica, un enigma ci sta: è pure compreso nel prezzo…). Il baglio massimo è di 15,5 metri, che anche in questo caso si espandono fino a 21 metri considerando l’ingombro delle imbarcazioni, che sporgono dalla murata. E se si aggiungono anche le due  estremità del pennone maggiore (il trevo di maestra) Nave scuola Amerigo Vespucci è larga 28 metri! Avete presente le dimensioni di un Elan GT6? Ecco, per arrivare a quella larghezza ne servono due. L’immersione massima è pari a 7,3 metri, praticamente quanto è largo un Bali 4.6. Il dislocamento? A pieno carico è 4100 tonnellate: poco meno di 282 (!) Catana 53

 

Quante barche a bordo

A proposito di barche accessorie, tender e mezzi di servizio. A bordo di Nave scuola Amerigo Vespucci trovano posto una pletora di mezzi galleggianti: due motoscafi (uno dei quali riservato al comandante); due motobarche; due motolance. Gli altri cinque sono mezzi a remi e a vela: quattro palischermi, utilizzati per l’addestramento degli allievi; e la baleniera, tradizionalmente riservata al comandante con un armo di soli ufficiali. 

 

L’equipaggio della Nave Scuola

Durante la normale vita della nave a bordo si trovano 264 militari: 15 ufficiali, 30 sottufficiali, 34 sergenti e 185 sottocapi e comuni (caporali e marinai, per chi non ha dimestichezza con i gradi gerarchici della Marina militare italiana. Durante la Campagna di Istruzione l’equipaggio è integrato dagli Allievi (circa 100 l’anno) e dal personale di supporto dell’Accademia Navale, portando così il numero totale a quasi 400 persone imbarcate.

 

La fine della Cristoforo Colombo.

Che fine ha fatto la gemella della Vespucci? Una fine triste, si diceva. Nel 1949, in seguito alle clausole del trattato di pace firmato a Parigi conseguente alla fine della Seconda Guerra mondiale, come risarcimento per i danni di guerra, il Cristoforo Colombo fu ceduto all’Unione Sovietica. Fu ribattezzato Dunay (Danubio) e impiegato dalla Marina militare del blocco sovietico come nave scuola dalla base di Odessa in Mar Nero fino al 1959. Ceduto successivamente, secondo alcune fonti all’Istituto Nautico di Odessa e secondo altre trasformata in nave portacarbone per i suoi notevoli volumi interni, nel 1961 avrebbe dovuto essere sottoposto a lavori di manutenzione, pare che dalla Russia fossero arrivate richieste ottenere i piani originali, ma a seguito di un devastante incendio le autorità sovietiche decisero di radiarlo definitivamente nel 1963.

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