Dal numero di pasti da conteggiare agli alimenti da lasciare a terra, qualche consiglio per affrontare le navigazioni più lunghe e impegnative
Sembra scontato, ma vale la pena ricordarlo: organizzare la cambusa per una traversata oceanica richiede un impegno superiore a quello speso per uscite in barca di una o massimo due settimane. Tanto più quando queste ci consentono quotidianamente di scendere a terra per fare rifornimento. Ribadito quanto potrà sembrare ovvio ai più scafati, veniamo alle indicazioni di massima che ci aiutino ad affrontare al meglio una navigazione già di suo molto impegnativa come quella atlantica.
L’importanza di mangiare (bene) insieme
Innanzitutto una considerazione su quanto mangiare nella quantità e qualità corrette sia fondamentale per vivere al meglio l’esperienza in mare. Non parliamo solo dell’apporto calorico o delle inevitabili idiosincrasie alimentari nostre e dei nostri compagni di avventura, ma proprio dell’importanza di ricaricare il corpo e lo spirito riunendosi intorno a un tavolo due-tre volte al giorno. Prime colazioni, pranzi e cene sono l’occasione non solo per rifocillarsi, ma anche per fare il punto della situazione, appianare le eventuali incomprensioni sorte nel corso della giornata e, perché no, anche sdrammatizzare le difficoltà davanti a un piatto di pasta e a un bicchiere di vino. Non troppo diversamente da quanto accade sulla terraferma, insomma, con la differenza che in navigazione le tensioni sono diverse così come cambiano le modalità di risoluzione dei conflitti.
Giorni, pasti e persone: facciamo due conti
Chiusa la parentesi psicologica, passiamo ai numeri. Armati di penna e quaderno, possibilmente in compagnia dei nostri compagni di traversata, partiremo da quanti siamo e da quanto staremo in mare per contare con precisione il numero di pasti che dovremo condividere. Per non incappare in spiacevoli sorprese, tenetevi sempre larghi, contando un 25% di scorta, tanto per non farvi trovare impreparati (e affamati). Su una previsione di navigazione di 20 giorni, ad esempio, fate la spesa come se doveste viaggiare per 25. A questo punto moltiplicherete quella cifra per il numero di persone, considerando per ognuna i 3 pasti principali.
Occhio ai fondamentali!
Fin qui le cose sembrano semplici. Si complicano quando si tratta di capire quali siano gli alimenti più adatti da mettere in cambusa, capaci di soddisfare esigenze e gusti di tutti e insieme di resistere per un tempo mediamente lungo. Con un giro di consultazioni decidete che cosa non potrà mancare in una giornata tipo, ponendo prima di tutto dei punti fermi. Questi riguarderanno quei cibi consumati più o meno da tutti, di facile conservazione e di utilizzo pressoché illimitato. Parliamo in particolare di tè, caffè, zucchero, olio, sale, pepe, spezie, dadi, salse in tubetto, minestre e zuppe in busta, cracker, fette biscottate, biscotti, marmellata, pasta, riso e cibo in scatola. Accanto a quanto elencato metterete gli ingredienti che voi e i vostri amici o familiari siete abituati a consumare abitualmente.
Beviamo qualcosa?
Un discorso a sé meritano le bevande. Per capire quanta acqua in bottiglia stivare, contatene 1,5 l al giorno per ogni persona, accostandovi il vino, la birra, le bevande gassate (digestive…) e gli eventuali superalcolici che vorrete portare con voi per aperitivi, dopocena o celebrazioni estemporanee della vita. Vista la praticità, l’acqua sarà giocoforza in bottiglie di plastica e le birre in lattina, mentre per il vino, che salvo casi eccezionali sta nel vetro, dovrete considerare attentamente come e dove riporlo, eventualmente avvolgendo le bottiglie in buste di plastica prima di stivarle in sentina per evitare che sbattendo tra loro si spacchino.
Buste e confezioni aperte
A proposito di stoccaggio, se le lattine e gli alimenti secchi in genere non presentano grossi problemi, qualcuno di più lo daranno quelli freschi, nonché, tra i secchi, quelli passibili dell’attacco di parassiti o dell’umidità come la pasta e i prodotti da forno. Per questi, una volta aperta la confezione considerate sempre la possibilità di riporli in buste richiudibili ermeticamente.
Argomento più delicato è quello dei prodotti freschi nonché di quelli che, una volta iniziati, vanno poi riposti in frigo. Per questi ultimi, il consiglio di buon senso è di valutare l’apertura di una confezione in funzione della capacità di consumarla in tempi brevi. Se non nello stesso pasto, almeno in giornata.
Cibo che va e cibo che resta…
Per quanto riguarda invece i vegetali, privilegiate quelli non solo conservabili più a lungo, ma anche fuori dal frigo come patate e cipolle (fatta la tara dei germogli…) e ortaggi jolly come ad esempio le verze, capaci di resistere al fresco per diverse settimane. Evitate invece quanto non siete abituati a mangiare o a cucinare a terra, dato che difficilmente vi scatterà la passione proprio mentre siete in mare. Per quanto un buon carico di frutta e verdura sia auspicabile, ricordate che dovrete lasciarlo asciugare in pozzetto prima di stivarlo per evitare che marcisca a causa dei residui d’acqua. Sempre per limitarne il deperimento, controllate quotidianamente le condizioni dei vegetali eliminando quelli andati a male per evitare che intacchino i vicini ancora sani. In linea di massima, è quanto mai consigliabile fare un piccolo inventario quotidiano, componendo il menu anche considerando quanto sta avvicinandosi al capolinea.
Cibi amici e nemici delle onde
Infine, così come ci sono alimenti particolarmente indicati per la navigazione, ce ne sono anche alcuni che sarebbe meglio limitare quando non proprio escludere dalla lista della spesa. Tra i consigliati troviamo quelli d’aiuto in caso di mal di mare, tra cui i cracker, le immancabili acciughe sott’olio o sotto sale, il parmigiano o le olive e quelli ricchi di fibre, nutrienti e a lunga conservazione come le prugne secche e la frutta essiccata in genere. Sempre per mettere in ordine l’apparato digerente messo a dura prova dal rollio delle onde vi sarà utile anche dello zenzero, mentre una scorta di snack vari potrà farvi da comfort food nei momenti più impegnativi. Passando invece a quanto sarebbe meglio evitare di mettere in frigo vi troveremo bevande insidiose per lo stomaco come i succhi di frutta e il latte. A questi accostiamo quelli più velocemente deperibili come la carne e i formaggi freschi, da consumare comunque a inizio traversata per non rischiare di doverli poi buttare.